Ma quante sigle e scale delle difficoltà per i sentieri e gli itinerari in montagna? ma come leggerle?

Si avvicina la primavera e tanti di voi riprenderanno a frequentare i sentieri collinari e le montagne e ad organizzare escursioni in solitaria o in gruppo.

Vi troverete a leggere guide e riviste con itinerari, navigare nel web su blog di escursioni o anche scorrere le proposte sul web di vari gruppi e associazioni, sui social e su volantini cartacei, cataloghi e calendari escursioni, e troverete sempre delle sigle indicanti le difficoltà degli itinerari che ci interessano (T, EE, PD, etc).
Ma queste difficoltà come vengono stabilite? E sono sempre valide? ma come si traducono queste sigle sulla scala delle difficoltà?

Vediamolo insieme:

Un sentiero in montagna apparentemente facile, infatti, potrebbe diventare più difficile se percorso in condizioni avverse, come con la neve, sotto un temporale improvviso o in presenza di ghiaccio. Tracciare una linea netta tra passeggiate, escursionismo e alpinismo non è così facile come si possa credere. Anzi a volte sembra essere quasi impossibile. Per questo in linea di massima ricordate che fino a quando c’è un sentiero state praticando attività escursionistica, ma come il sentiero finisce si entra in un altra situazione di cui si devono conoscere comportamenti, attrezzature, allenamenti e limiti.
Ovviamente non basta camminare sui sentieri conoscendo preliminarmente solo le difficoltà e per questo le escursioni vanno sempre programmate a tavolino attraverso la raccolta di informazioni certe, lo studio delle previsioni meteo e l’analisi di eventuali percorsi alternativi. Naturalmente contribuiscono alla riuscita dell’uscita anche l’allenamento, lo stato fisico, l’abbigliamento e le attrezzature. Inoltre, come abbiamo precedentemente detto, non dimenticate che le stagioni e le condizioni climatiche possono cambiare drasticamente le difficoltà dello stesso percorso.
La scala delle difficoltà utilizzata in Italia è armonizzata su uno schema internazionale omologato da molte federazioni escursionistiche europee e utilizzata e diffusa dal CAI – Club Alpino Italiano.
Anche su Tesori del Lazio, sia quando proponiamo archeotrekking che ciaspolate o escursioni eXplora, indichiamo sempre la scala di difficoltà dell’itinerario outdoor!
La scala utilizzata considera alcuni parametri importanti quali:

  • la lunghezza del percorso
  • il dislivello da superare
  • la quota
  • la tipologia del terreno
  • l’esposizione
  • le eventuali difficoltà di orientamento.

Vediamo insieme le tipologie di scale adottate in base ai tipi di itinerari:

Scala di difficoltà su percorsi escursionistici secondo il CAI

Itinerario Turistico T

Itinerari su stradine, mulattiere e sentieri comodi privi di tratti esposti , con percorsi non lunghi (durata massima di 2/3 ore di cammino).Ben segnalato e senza problema d’orientamento.
Quota massima inferiore ai 2000 metri.
Solitamente un itinerario di tipo T (Turistico) si sviluppa nelle immediate vicinanze di borghi, paesi o località turistiche, e riveste particolare interesse per passeggiate facili di tipo culturale o turistico – ricreativo.
Questi itinerari richiedono una elementare conoscenza dell’ambiente e una normale preparazione fisica alla camminata. I dislivelli nei percorsi turistici sono irrilevanti o molto contenuti, e sono percorribili da chiunque si trovi in condizioni normali di salute. Sono sempre comunque consigliati abbigliamento e calzature adeguate.

Itinerario Escursionistico E

Itinerari su terreni di ogni genere, oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni appropriate. Si possono svolgere su pendii ripidi e prevedere l’uso delle mani per mantenere l’equilibrio. Possono avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi né impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che non necessitano dell’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.).
Possibile presenza di brevi tratti, anche lievemente inclinati, innevati. Itinerari su terreno facile ma di durata superiore alle 3 ore. Possono presentare problemi di orientamento.
Quota massima superiore ai 2000 metri.
Necessaria una discreta esperienza e conoscenza dell’ambiente, senso di orientamento, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici.

Itinerario per Escursionisti Esperti EE

Itinerari su terreno impervio e/o scivoloso, pendii ripidi e scivolosi di erba, pietraie di roccia e detriti, ecc. generalmente segnalati ma con tratti privi di segnalazione e di punti di riferimento noti. Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati).
Necessaria una adeguata esperienza di montagna e conoscenza dell’ambiente di tipo alpino, capacità di orientamento, passo sicuro e assenza di vertigini, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.
La lunghezza di taluni itinerari di tipo E, il tempo di percorrenza superiore alle 6 ore e un dislivello totale superiore ai 600 metri determinano il passaggio ad una riclassificazione a itinerario di tipo EE.

Itinerario per l’Escursionismo in Ambiente Innevato EAI

Itinerari su ambiente innevato lungo percorsi perlopiù riconoscibili, che richiedono l’utilizzo di racchette da neve e che presentano facili vie di accesso. Si sviluppano in fondo valle o in zone boschive o lungo crinali che garantiscono, nel complesso, sicurezza di percorribilità. Talvolta sono più semplicemente indicati con EI ovvero come Escursionismo Invernale.

Itinerario per Escursionisti Esperti con Attrezzatura EEA

Itinerari lungo percorsi attrezzati con corde fisse, catene o scale (vie ferrate) che devono essere affrontati con adeguata attrezzatura (imbragatura, set da ferrata con dissipatore a strappo, fettucce elastiche e moschettoni) e di equipaggiamento di protezione personale (casco, guanti) ed esperienza.



In particolare per i sentieri di tipo EEA vengono a loro volta individuate ulteriori classificazioni, di seguito meglio indicate.

Scala di difficoltà dell’escursioni che percorrono le vie ferrate

EEA – F (ferrata Facile)

Sentiero attrezzato poco esposto e poco impegnativo con lunghi tratti di cammino. Tracciato molto protetto, con buone segnalazioni, dove le strutture metalliche si limitano al solo cavo o catena fissati unicamente per migliorare la sicurezza. In pratica il cavo metallico funge prevalentemente da corrimano.


EEA – PD (ferrata Poco Difficile)

Ferrata con uno sviluppo contenuto e poco esposta. Il tracciato è di solito articolato con canali, camini e qualche breve tratto verticale, facilitato da infissi come catene, cavi, pioli o anche scale metalliche


EEA – D (ferrata Difficile)

Ferrata di un certo sviluppo che richiede una buona preparazione fisica e una buona tecnica. Il tracciato è spesso verticale ed in alcuni casi supera anche qualche breve strapiombo, molto articolato, con lunghi tratti di esposizione; attrezzato con funi metalliche e/o catene, pioli e/o scale metalliche.


EEA – TD (ferrata Molto Difficile)

Ferrata che si sviluppa su rocce ripide anche strapiombanti e con poche prese naturali. Attrezzata con cavo d’acciaio i passaggi possono essere acrobatici e tecnici.



 Scala di difficoltà dell’escursioni in grotte orizzontali – suborizzontali

SO (Grotta turistica attrezzata)

Grotta il cui accesso e la percorrenza sono privi di alcuna difficoltà, dove non è necessaria neanche l’attrezzatura minima.

SO1 (Grotta orizzontale)

Grotta non attrezzata, facilmente percorribile con l’uso dell’attrezzatura minima (tuta, casco, lampada frontale, scarpe adatte) e senza l’attrezzatura tecnica.

SO2 (Grotta sub orizzontale)

Grotta in generale facile, percorribile con l’uso dell’attrezzatura minima, ma con presenza di brevi tratti verticali di I e II grado arrampicabili senza attrezzatura tecnica.



Scala di difficoltà nell’alpinismo e nell’arrampicata su roccia secondo l’UIAA

Gli Itinerari Alpinistici sono itinerari con difficoltà di tipo alpinistico e non adatte a chi soffre di vertigini. Le valutazioni si riferiscono a condizioni montane e meteo ottimali. Le capacità e la preparazione sia fisica che psicologica deve essere sempre adeguata. Esistono numerose scale di difficoltà individuate in base ad una serie di fattori. Ad esempio la difficoltà di un percorso su roccia viene indicata secondo la scala UIAA (espressa in numeri romani).

I = Primo Grado (F = facile)

E’ la forma più semplice dell’arrampicata: si devono usare frequentemente le mani ma solo per mantenere l’equilibrio e richiede una valutazione preventiva della qualità della roccia prima di apporgiarvi il piede.

II = Secondo Grado (PD = Poco Difficile)

Inizia l’arrampicata vera e propria: è necessario spostare un arto per volta con una corretta impostazione dei movimenti. Appigli (per le mani) ed appoggi (per i piedi) sono abbondanti.

III = Terzo Grado (AD = Abbastanza Difficile)

La struttura rocciosa è più verticale, appigli e appoggi sono più radi ma con una certa possibilità di scelta nei passaggi e nei movimenti.

IV = Quarto Grado (D = Difficile)

Appoggi ed appigli cominciano ad essere esigui: è richiesta una certa tecnica nel superare passaggi con strutture rocciose particolari (camini, fessure, spigoli…).

V = Quinto Grado (TD = Molto Difficile)

L’arrampicata diventa delicata e tecnica (placche ecc.) e richiede anche forza fisica (opposizione di forze con i diversi arti). Il passaggio deve essere esaminato preventivamente.

VI = Sesto Grado (ED = Estremamente Difficile)

Necessita di allenamento speciale e continuo per sviluppare più forza nelle braccia e nelle mani: l’arrampicata può essere molto delicata con combinazione di movimenti ben studiati, o di forza per la presenza di strapiombi.

VII = Settimo Grado (EX = Eccezionalmente Difficile)

Appoggi e appigli sono molto distanziati: doti di equilibrio e tecniche di aderenza sono fondamentali unite ad una preparazione specifica che sviluppi molta forza anche nelle dita.

VIII = Ottavo grado

Appigli e appoggi sono piccoli e su placche liscie o muri verticali. Richiede molta forza sulle dita, movimenti coordinati e forte resistenza

Da qui le difficoltà aumentano sino a superare il X Grado. A partire dal quinto ogni grado di difficoltà ha un’ulteriore suddivisione inferiore (-) o superiore (+)

NB: da questa classificazione degli itinerari alpinistici rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci, perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso di corda, piccozza e ramponi, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione.


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